Il classe 2003 è stato perfetto nella sfida contro il Bodo. Il dolore per la morte del padre lo accompagna ma è riuscito a conquistare Mourinho
(Corriere dello Sport – Giorgio Marota) – Nicola Zalewski le partite non le gioca, le vive. Lo fa a modo suo mescolando passione, grinta, applicazione e quella sana strafottenza. Il passo per diventare un giocatore “mourinhiano” è stato breve anche se per modellarsi ci sono voluti 7 mesi.
Dopo la sfida contro il Bodo aveva scritto sui social: “Con uno stadio cosi è tutto molto più semplice!”. Nella notte di Roma-Bodo il polacco nato a Tivoli e scoperto da Bruno Conti ha fornito una prestazione totale. Era alla seconda da titolare in Europa, il ruolo di quinto sulla sinistra sembra suo da una vita. Un’altra genialata dello Special One.
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Al minuto 85 è uscito dal campo tra gli applausi del pubblico dello Stadio Olimpico. La sorella ha immortalato tutto con un video aggiungendo questa descrizione: “Tutti in piedi per te. Lassù in particolare. Ti amo”. Hanno perso il padre il 24 settembre, due giorni prima del derby contro la Lazio. La famiglia e i compagni non hanno mai smesso di stargli accanto, trattandolo come un fratello minore.
Zalewski è sbocciato il 19 febbraio. La Roma era sotto di due reti contro il Verona e al minuto 54 entra in campo. La squadra si accende e i giallorossi rimontarono la sfida. Da quel momento, per Mourinho, Zalewski è diventato un titolare. E’ un arma offensiva ma anche un punto di riferimento in fase di non possesso. Il bambino adesso è diventato grande.