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Britti: “In finale di Conference ho urlato come un matto”

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Ciardi

Alex Britti ha parlato ai microfoni di PlayRoma soffermandosi sulla sua passione giallorossa, raccontando alcuni aneddoti personali.

Alex Britti, noto cantautore romano e tifoso della Roma, è intervenuto ai microfoni dell’emittente radiofonico New Sound Level 90 FM soffermandosi sulla sua passione per i colori giallorossi, raccontando aneddoti su alcune partite del passato e si è espresso anche sulla figura di José Mourinho. Di seguito le sue parole:

Sei nostro ospite in questo giorno speciale, oggi compie 46 anni Francesco Totti. Cosa ha significato per te Totti?

“Francesco è stato il massimo che potevamo chiedere nella Roma degli ultimi 20 anni. Purtroppo non abbiamo vinto molto, ma abbiamo visto un fuoriclasse che ha giocato da Dio e ci ha resi orgogliosi nel 2006 con la nazionale italiana. Ero e sono ancora oggi un suo super ammiratore. Poi lo conosco, è pure un bravo ragazzo; carino, simpatico, gentile. E che gli vuoi dire, è il capitano”.

Dove eri la sera della finale di Conference League contro il Feyenoord?

“Ero a casa, perché la mattina dopo dovevo partire presto per il tour. Ho urlato come un pazzo e ho spaventato mio figlio di 5 anni, perché non se l’aspettava, però poi gli ho spiegato che aveva segnato la Roma ed è stato contento. Ovviamente è super romanista anche lui”.

Il capitano di adesso, Lorenzo Pellegrini, ti piace? Rappresenta al meglio la Roma?

“È diverso. Ha un carisma diverso, è una Roma diversa. Una Roma un po’ impersonale rispetto al passato. È sempre la Roma, ma oggi è diverso il calcio. Una volta era un calcio più di quartiere anche se avevamo un sacco di giocatori stranieri, era tutto diverso. Il capitano di adesso mi piace, ma non tentiamo paragoni, è ancora presto e non abbiamo visto quei numeri”.

Come vivi il derby?

“Una volta ad un Derby per colpa di Delvecchio sono rimasto senza voce per una settimana, mi hanno odiato un sacco di discografici (ride, ndr). Ricordo anche il Derby del 5-1, quattro gol di Montella ed uno di Totti, io ero in Francia e tornai apposta in macchina da solo come un matto per vedermi la partita a Bordighera, dove c’era una birreria che trasmetteva la partita. Pure lì poi sono tornato senza voce, che visto il mestiere che faccio per me sono problemi”.

Mourinho, per carisma ed il suo modo di fare ti piace? Ti ricorda un po’ Capello?

“Capello era più un sergente di ferro, Mourinho è più uno psichiatra. Mi piace la mentalità che dà alla squadra e l’internazionalità, non tanto per il gioco ma per approccio alla partita. Poi è uno sanguigno, si fa espellere, mi piace. L’anno scorso zitto zitto si è vinto questa Conference. Appena arrivato e già abbiamo vinto e quella coppa intanto sta lì in bacheca. Mi piace il suo modo di approcciare e mi fa morire dal ridere quando fa le conferenze stampa. Sono molto contento e mi da molte speranze sapere di avere Mourinho in panchina”.

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