La Roma cade all’Olimpico contro il Betis Siviglia. In 60mila e più allo Stadio: una cornice di pubblico da Champions League.
(La Gazzetta dello Sport – Alessandro Vocalelli) – La Roma è riuscita a buttare via la partita con il Betis, e quasi sicuramente la qualificazione diretta, mostrando la parte peggiore di sé negli ultimi 5 minuti.
Si, perché fino a quel punto gli spagnoli avevano condotto una partita di grandi contenuti tecnici, mantenendo sempre le distanze e confermando una capacità di palleggio non indifferente, ma erano stati i giallorossi a creare le migliori occasioni da gol.
Con almeno tre parate di Bravo da far spellare le mani. E se sul tiro ravvicinato di Cristante, aveva dovuto fare ricorso all’istinto, sul superbo tiro al volo di Dybala alla fine del primo tempo, il portiere del Betis aveva dovuto sfoggiare tutta la sua bravura, la sua coordinazione, la sua esperienza, la sua esplosività. Un capolavoro, per volare all’incrocio e opporsi alla magia del fuoriclasse argentino.
Insomma, la Roma aveva meritato il pareggio quando ha deciso di buttarsi via, lasciando agli spagnoli la possibilità di crossare in maniera indisturbata per poi prendere un incredibile gol di testa: con Spinazzola a guardare, quasi ad ammirare Luiz Henrique. E basterebbe riguardare il piazzamento in area per rendersi conto di quanto fosse l’atteggiamento, quasi velleitario, il crosso che poi si è rivelato decisivo.
Ma come se non bastasse, dopo quei gol quasi inspiegabile ci si è messo Zaniolo a rendere ancora più acida la serata, andandosi a prendere un rosso diretto. Roba davvero imperdonabile. Fatto sta che alla Roma ora servirebbe la classica missione impossibile per riuscire a ribaltare la situazione europea.
Due cose però da salvare anche in una serata cosi amara. La sensazione, ancora una volta, che Dybala possa rappresentare la luce e l’ispirazione di un gruppo che proprio non può fare a meno di lui. Al punto che, magari sarà un caso ma forse no, la squadra ha perso completamente il filo proprio dopo la sua uscita.
E poi, il pubblico. In 60mila e anche di più, per far vedere a tutti che il pubblico – altro che Europa League – già sarebbe da Champions.