Con la nazionale argentina è stato uno spettatore ma Mourinho valuterà se schierarlo dall’inizio oppure a gara in corso.
(La Repubblica – Emanuele Gamba) – Il giro d’Italia degli stati d’animo, Dybala lo finirà in fretta: la tappa degli struggenti e delle piccole vendette l’ha corsa allo Stadium un mese fa, quella dei possibili rimpianti la completerà stasera a San Siro e poi basta, Paulino non avrà più un passato a cui fare riferimento.
Oggi il tema è facile: quello che poteva essere e non è stato perché Dybala è stato per lunghe settimane compagno di squadra virtuale di Lautaro Martinez. L’Inter lo voleva, lui voleva l’Inter poi è andata com’è andata ma con estrema chiarezza, senza sotterfugi: non c’erano soldi per lui, Zhang non se lo poteva permettere. Dicono che a Dybala quella svolta del destino non sia dispiaciuta, anzi. La Roma è un presente che lo gratifica e un futuro che lo stuzzica.
Stasera non giocherà per farsi rimpiangere né per chissà quale ripicca, ma per dimostrare che, anche attraverso il suo ingaggio, i giallorossi si sono elevati all’altezza delle big. Magari è un ragionamento presuntuoso, però è l’idea che gli ha ficcato in testa Mourinho: una squadra che si può permettere un allenatore cosi e un numero 10 cosi ha il dovere della grandezza e il diritto di essere considerata grande.
Ma giocherà? Di sicuro è a disposizione, dopo il fastidio muscolare che gli ha fatto saltare la partita contro l’Atalanta e risuonare un coro prolifico di allarmi vista la frequenza con cui si infortunava negli ultimi tempi con la Juve.