Mourinho si è sempre contraddistinto per le sue parole, sentimenti e quelle vittorie che sanno di storia. Il portoghese unisce Milano e Roma.
(La Gazzetta dello Sport – Davide Stoppini) – “Non penso di essere il migliore allenatore del mondo, ma penso che nessuno sia migliore di me”. Questa non è una frase di José Mourinho. E’ José Mourinho. C’è tutto.
C’è il motivo per cui un uomo che per natura è stato (è ancora) divisivo, domani sera unirà San Siro. José ha legato Milano e Roma come neppure l’Autostrada del Sole.
La verità è che Mourinho divide (e logora) chi non ce l’ha. E’ un privilegio per pochi: interisti e romanisti si riconoscono in Mou e nel suo modo unico di allenare un popolo ancor prima che i suoi giocatori. San Siro domani lo stritolerà d’amore, avversario solo nella distinta dell’arbitro.
Mourinho a Roma ha saziato la fame di una città che cercava una guida, dal giorno dell’addio di Francesco Totti. Il tempo l’ha cambiato, ma neppure troppo. Non c’è una parola che non sia ragionata. A Milano preparava le conferenze con settimane di anticipo.