Domani alle 18 Mourinho affronterà la sua ex Inter, squadra con cui ha scritto pagine di storia. L’intervista
(La Gazzetta dello Sport – Massimo Cecchini) – Mourinho per il primo colloquio italiano dal suo ritorno sceglie “La Gazzetta dello Sport”, con l’Inter alle porte e una squalifica da metabolizzare.
Sull’impresa più difficile della sua carriera: “Per me è impossibile scegliere. Ogni vittoria è speciale e ogni trofeo unico a suo modo”.
E allora viene facile chiedergli se un giorno anche Francesco Totti potrebbe tornare a identificare la Roma come casa sua. “Non esiste questo problema. Francesco è sempre stato e sempre sarà un simbolo della Roma qualsiasi cosa succeda e indipendente da quello che deciderà di fare nella sua vita”. Una mozione degli affetti che, pur non avendolo mai avuto ai suoi ordini, sembra collocarlo quasi vicino ai totem che hanno accompagnato anni importanti della carriera del portoghese.
Parlando delle differenze epidemiche che nota in Milano e Roma, sceglie di usare un italiano più incisivo, meno colloquiale: “Queste città sono due centri nevralgici dell’Italia. Milano è il motore dell’economia del Paese, mentre Roma è il centro del potere politico e, si può dire, il museo all’aria aperta della storia italiana. Mi ritengo fortunato ad avere avuto la possibilità di vivere in entrambe le città”.
Ogni città ha un cuore pulsante che si chiama stadio. Parlargli, perciò del Do Dragao come di Stamford Bridge, di San Siro e del Santiago Bernabeu, dell’Old Trafford e del Tottenham Stadium fino all’Olimpico, muove in Mou emozioni vivide: “Tutti questi stadi mi evocano ricordi molto intensi e molto belli. D’altronde ognuno custodisce pagine importanti della mia carriera”.
L’impressione che ci dà è quella di un predatore focalizzato sull’obiettivo. Cosi non sorprende che, se gli si chiede di ascoltare solo l’istinto per risponderci se ci crede di vincere ancora alla Roma prima che arriverà il giorno dei saluti, sceglie di essere cauto: “Ci proverò con tutto me stesso”. Aggiunge: “La mia voglia di vincere non andrà mai via”.