Il difensore sta cercando si farsi strada anche con la nazionale brasiliana. Intanto la Roma lo ha già blindato fino al 2026.
(Il Tempo – Alessandro Austini) – Cresciuto come pochi, felice come mai. Roger Ibanez, a 24 anni ancora da compiere, sta vivendo il momento migliore della sua carriera. Pilastro della Roma di Mourinho, tra i migliori anche in questo avvio altalenante dei giallorossi, tanto da finire nella top 11 europea stilata dal sito whoscored.com, ora è pronto a realizzare il sogno di qualsiasi calciatore brasiliano: vestire la maglia della Seleçao.
Stasera a Le Havre la nazionale verdeoro sfida il Ghana nella penultima amichevole prima del Mondiale. Il difensore romanista partirà dalla panchina, con la possibilità di subentrare a uno dei titolari della linea a 4 scelta dal ct Tite e composta da Militao, l’ex giallorosso Marquinhos, Thiago Silva e Alex Telles. Se non dovesse esserci spazio stasera, una nuova chance per il debutto arriverà martedì prossimo al Parco dei Principi di Parigi con la Tunisia.
Ibañez è alla prima chiamata del Brasile al pari dello juventino Bremer ed è proprio con lui che si giocherà uno dei 26 posti disponibili nella lista dei convocati definitivi per il Qatar, da consegnare alla Fifa entro il 7 novembre, dopo un primo elenco di 55 giocatori pre-selezionati che va comunicato non oltre il 21 ottobre. Il romanista può giocare anche a sinistra, dove Tite ha poche soluzioni di livello, quindi la possibilità di far parte della spedizione mondiale aumentano. E l’avventura partirebbe dall’Italia, visto che il Brasile allenerà nel centro sportivo della Juventus alla Continassa, prima di volare alla volta di Doha.
“Posso solo ringraziare Mourinho – le parole di Ibanez dal quartier generale brasiliano – da quando è arrivato mi ha dato fiducia e ha aggiunto molto alla mia carriera. Ha parlato con Tite e potrebbe averlo influenzato nella scelta di convocarmi”. E pensare che Mancini sperava di portarlo in azzurro, visto che a breve Roger otterrà la nazionalità italiana. Ma la scelta per la nazionale ormai è fatta.
La crescita del ragazzo è stata soprattutto mentale, quei blackout che “sporcavano” all’improvviso prestazioni impeccabili sono quasi spariti e adesso la Roma e Mourinho lo considerano intoccabile.