Mourinho torna a Milano e vuole centrare il suo primo successo da ex. Inzaghi, invece, insegue la vittoria scaccia crisi.
(Il Messaggero – Alessandro Angeloni) – Milano-Roma (José Mourinho), Roma-Milano per (Simone Inzaghi). Percorsi opposti, ambizioni simili, risultati un po’ diversi. Simoncino è cresciuto nella Lazio, quindi Mou c’entra davvero poco e lui stesso ha dichiarato di non vedersi sulla panchina biancoceleste; José con l’Inter ha vinto tutto e Inzaghi ha il compito di emularlo e pure lui, laziale, non si vedrebbe mai sulla panchina della Roma.
Inzaghi contro Mou ha precedenti rassicuranti: tre vittorie nette su tre, tutte nella scorsa stagione. Un tabù che pesa su un vincente come José, lui che al massimo di partite di fila contro un collega ne ha perse due. Poi, la Roma non vince contro l’Inter al Meazza dal 26 febbraio del 2017, 1.3, doppio Nainggolan, Icardi e Perotti.
C’è da mettere da parte i sentimenti e portare a casa una vittoria perché la sua Inter è in crisi e la Roma non può, né deve essere, l’avversaria della resurrezione. “Non nasconderò mai che il rapporto con l’Inter e la sua gente sarà eterno. Voglio vincere per la mia Roma, la mia gente romanista. Io amo la mia Roma”, le parole di Mou, dopo l’ultimo appuntamento con l’Inter.
Ma molto passa da questo pomeriggio milanese, che la Roma può vivere senza sentirsi inferiore. La superiorità nerazzurra è nella teoria e non nei fatti. Non a casa, se Mou è ben saldo sulla sua panchina e ora pensa al suo rinnovo, Inzaghi è da un pò sul chi vive.