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Editoriali

Il diritto di crederci

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Cotumaccio

Rubrica “Pensieri poco sparsi” di Riccardo Cotumaccio- Il diritto di crederci

Esistono partite spartiacque per motivi di classifica o destino, altre per questioni prettamente psicologiche.

“Siamo più forti noi”, urla Gianluca Mancini al termine della prima vittoria a San Siro dai tempi di Eusebio Di Francesco, uno che in molti hanno da tempo spedito nel dimenticatoio.

L’urlo del centrale romanista non è figlio esclusivo dell’adrenalina da vittoria ma sinonimo di speranza e crescita rispetto al campionato dello scorso anno, troppo incerto e altalenante.

Il trionfo di Milano è incompleto sotto la lente della prestazione (assente nella prima mezz’ora di gioco) ma cruciale ai fini caratteriali di una rosa che inizia a intravedere una luce in fondo al tunnel.

Così come l’anno scorso un trofeo ha interrotto la striscia di tredici anni senza vittorie ora Mourinho ha l’arduo compito di riportare la squadra che allena in Champions League.

Un secondo, piccolo miracolo personale che deve passare per risultati motivanti come quello di ieri.

Perché è vero che Rui Patricio scompare sul vantaggio di Di Marco.

Poi, complice un’Inter in tremenda difficoltà di gioco e identità, subentra la voglia giallorossa e con lei tutto il talento di Dybala – su gemma di Spinazzola – e l’intesa del duo Pellegrini-Smalling, fatale ancora una volta da calcio piazzato.

Il diritto di crederci

Ai giocatori si chiede banalmente questo, di vincere non tanto per inseguire sogni di gloria ma per costruire nel tempo un disegno capace di coinvolgere ed emozionare i propri tifosi, di creare un’atmosfera che già esiste dall’approdo del tecnico portoghese nella Capitale ma che va difesa e rinsaldata ancora per molto tempo.

La Roma deve essere riconoscibile e costante così da coltivare, sempre più spontaneamente, il diritto di crederci davvero.

Se con l’Atalanta è risultato complesso guardare oltre la beffa, con gli uomini di Simone Inzaghi è legittimo riprendersi quanto perduto: la gioia di aver ripreso la via giusta con il motore non ancora al massimo ma destinato a ingranare preso la quinta.

“Siamo più forti noi”, dice Gianluca Mancini. È giunto il tempo di dimostrarlo nel lungo periodo.

Editoriale a cura di Riccardo Cotumaccio

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