Dal City al PSG, passando per il possibile acquisto del Milan: una mappa degli investimenti arabi nel calcio.
(Sole 24 ore – Marco Bellinazzo, Benedetto Giardina) – Da alcuni anni il calcio viene usato dai paesi dell’area del Golfo per esercitare soft power a livello internazionale. L’apice di questo processo ci sarà con i Mondiali che si terranno in Qatar il prossimo autunno. Fin qui tra acquisizioni di club, sponsorizzazioni di eventi e manifestazioni e investimenti sugli impianti le spese degli sceicchi sono state di circa 6 miliardi di euro. A fare la parte del leone è il PSG, dal 2011 di proprietà di Nasser Al Khelaifi. Lo sceicco ha speso quasi 2,5 miliardi nel club, coprendo i debiti della squadra con aumenti di capitale. Nonostante le folli spese sul mercato, però, non è ancora arrivato l’agognato successo in Champions League.
Prima ancora era stato Mansour Bin Zayed, attraverso l’Abu Dhabi Group, ad acquisire il Manchester City, nel 2008. Grazie a periodiche iniezioni di liquidità e sponsorizzazioni da realtà vicine) le spese per il calciomercato si sono attestate intorno ai 2 miliardi di euro. La proprietà dei citizens ha potuto giovarsi anche dello stato di salute della Premier League che garantisce entrate importanti da diritti tv e dallo stadio. Adesso si aspetta l’entrata in gioco di Investcorp, fondo di investimenti con base in Barhein, che vuole acquistare il Milan. L’azionista di maggior peso nel fondo è Mubadala, un altro fondo di investimenti che fa capo all’emirato di Abu Dhabi ed è fortemente collegato con i presidenti di PSG e City.